mercoledì 3 febbraio 2010


IL PROBLEMA DELL’ACQUA


Introduzione


Un elemento della vita quotidiana, l’acqua è così familiare che ne si dimentica spesso l’importanza e l’originalità. Deve alle sue proprietà fisiche e chimiche molto particolari, il suo ruolo fondamentale sia nella biosfera che nella litosfera, che modella continuamente.



Senza l’acqua, la Terra non sarebbe altro che un astro morto, simile alla luna. Benché sia apparentemente inesauribile, è tuttavia distribuita in modo molto diverso tra le regioni e secondo le epoche.


Fin dai tempi più remoti, l’uomo ha dovuto risolvere il problema dell’alimentazione in acqua, effettuando dei lavori idraulici quando le risorse di acqua erano insufficienti o troppo irregolari.


Il problema dell’acqua è, attualmente, lontano dall’essere risolto.



Rappresenta ancora, sul piano delle risorse, la preoccupazione maggiore di numerosi stati, e non solo di quelli installati nelle regioni più aride : si ricercano continuamente nuove sorgenti di acqua potabile nella maggior parte dei paesi europei (la richiesta dell’industria si affianca a quelle dell’agricoltura, della consumazione domestica e della produzione di energia, al servizio di un’umanità in piena esplosione demografica.


La disponibilità idrica più elevata è in America latina mentre quella più ridotta è nell’Africa del Nord e nel vicino Oriente.


Quanta acqua abbiamo a disposizione?


Si è stimato il volume totale dell’acqua che contiene la Terra a 1,34 miliardi di chilometri cubi, ma gli oceani o i mari interni o i laghi salati ne costituiscono da soli il 97%. I dispositivi di dissalazione, essendo molto costosi, sono tuttora eccezionali. Dei 38,3 milioni di chilometri cubi di acqua dolce, sono effettivamente disponibili solo 8,8 milioni di chilometri cubi (l’acqua che costituisce i ghiacciai e le calotte polari è da considerarsi “non direttamente utilizzabile”).



L’acqua che l’uomo utilizza più frequentemente è quella dei fiumi e dei laghi ; la si può stimare, su tutta la superficie terrestre, a solo 1250 chilometri cubi. Bisogna tuttavia notare che queste acque sono costantemente rinnovate dal ciclo idrologico. Infatti, il volume dell’apporto annuale medio di tutti i corsi d’acqua del mondo supera 35 000 chilometri cubi, cioè da venticinque a trenta volte il “volume statico” misurato in un istante preciso. Questo dato può sembrare rassicurante ma in realtà è circa due volte la quantità di acqua che è stata stimata necessaria per il soddisfo di tutti i bisogni mondiali di questo secolo.

Quanta ne usiamo?


Al giorno d’oggi, il bisogno effettivo di acqua, valutato “in media mondiale” a 500metri cubi di acqua all’anno per abitante, può addirittura superare 1000 metri cubi nei paesi ad alto livello di sviluppo tecnico. Si prevede che tra meno di un secolo queste cifre raddoppieranno. E’ significativo il fatto che l’utilizzazione dell’acqua per l’agricoltura è più elevata rispetto all’utilizzazione totale dell’acqua nei paesi a basso reddito (91%), rispetto ai paesi ad alto reddito (39%).


Il peso del consumo idrico nell’industria è quindi rilevante soprattutto nei paesi industrializzati. In questo caso, il problema non è tanto relativo alla dimensione quantitativa del problema (scarsità) quanto alla sua dimensione qualitativa (inquinamento) : la maggior parte dell’acqua prelevata viene riciclata all’interno del sistema idrologico, ma più dell’85% di questa ritorna alla natura inquinata.



Provvedimenti internazionali


Essendo questo un problema di dimensione mondiale, piani di intervento nazionali per la regolazione e il coordinamento delle singolari iniziative sono sempre più necessari. Vi sono state in questo ultimo decennio diverse conferenze relative al problema dell’acqua come “the International Conference on Water and the Environment ” a Dublino nel 1992, la Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro, sempre nel 1992, o la più recente “Second World Water Forum” all’Aia nel 2000.Di fondamentale importanza fu la conferenza di Dublino poiché in quell’occasione vennero fissati i seguenti quattro principi fondamentali dell’acqua :



L’acqua è una risorsa limitata e vulnerabile, essenziale per la vita, lo sviluppo e l’ambiente.
Poiché l’acqua alimenta la vita, l’effettiva gestione delle risorse di acqua richiede un approccio integrato, che lega lo sviluppo economico e sociale con la protezione degli ecosistemi naturali.


Lo sviluppo e la gestione dell’acqua dovrebbero essere basate su un approccio partecipativo, che coinvolga sia gli utilizzatori, sia i pianificatori sia i politici a tutti i livelli. L’approccio partecipativo richiede una consapevolezza in aumento dell’importanza dell’acqua presso i politici e il pubblico in generale. Questo significa che le decisioni devono essere prese al livello appropriato più basso possibile con consultazioni pubbliche complete e con il coinvolgimento degli utenti nella programmazione e nello sviluppo dei progetti riguardanti le acque.


Le donne hanno un ruolo centrale nell’approvvigionamento, nella gestione e nella salvaguardia. Questo ruolo centrale delle donne è stato raramente riflesso nelle istituzioni che si occupano di questi aspetti. Per la salvaguardia di questo principio è richiesta una politica avente lo scopo di affidare alle donne l’appropriato potere in modo che tutta la popolazione sia coinvolta.


L’acqua ha un valore economico in tutti i suoi usi e deve essere riconosciuto come tale. Con quest’ultimo principio è importante far sì che tutti gli uomini possano avere accesso ad acqua pulita ad un prezzo accessibile. L'errore di non aver riconosciuto all’acqua un valore economico in passato, ha portato a sprechi e quindi a danni ambientali. Con questa politica si dovrebbe ottenere un uso efficiente ed equo, oltre che un incoraggiamento alla conservazione e alla protezione di queste risorse naturali.

Le guerre dell’ acqua


L’acqua è destinata a rivestire un’importanza sempre più rilevante nei rapporti tra gli Stati, con il rischio di dare origine a violenti conflitti.


In alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del petrolio è stata, negli anni settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica. Quasi il 40% della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più paesi. L'India e il Bangladesh disputano sul Gange, il Messico e gli Stati Uniti sul Colorado, la Cecoslovacchia e l'Ungheria sul Danubio. Una zona calda emergente è l'Asia centrale, dove 5 ex repubbliche sovietiche, da poco indipendenti, si dividono due fiumi già troppo sfruttati, l'Amu Darja e il Sjr Darja. E' soprattutto nel Medio Oriente tuttavia che le dispute sull'acqua stanno modellando gli scenari politici e i futuri economici.


L'Egitto è un esempio dei dilemmi e delle incertezze che devono affrontare i paesi con una rapida crescita demografica e fonti di approvvigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale. 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano all'interno dei confini del paese. l'85% del Nilo è generato dalla piovosità in Etiopia e scorre come Nilo azzurro nel Sudan prima di entrare in Egitto. La parte restante dipende dal sistema del Nilo bianco, che ha le sue sorgenti in Tanzania, al lago Vittoria, e si congiunge al Nilo azzurro nei pressi di Khartoun. Il fiume più lungo del mondo rifornisce in tutto nove nazioni, e in Egitto arriva per ultimo. Sulla base di un accordo sottoscritto nel 1959 con il Sudan, l'Egitto ha diritto ogni anno a 55,5 miliardi di metri cubi d'acqua del Nilo, mentre al Sudan ne sono stati assegnati 18,5. Per soddisfare il suo fabbisogno l'Egitto integra l'acqua del Nilo con piccole quantità di acque freatiche, con l'acqua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate. Nel 1990, ha avuto una disponibilità di 63,5 miliardi di metri cubi di acqua. sfortunatamente, anche secondo le proiezioni più modeste la domanda idrica egiziana salirà a 69,4 miliardi di metri cubi per la fine del decennio.

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